9 set, 2020,
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Pubblichiamo una bella intervista al Maestro Stelvio Sciutto.
Maestro, lei è tornato da poco da un viaggio in Giappone che l’ha vista prendere parte alla dimostrazione nel Budokan di Tokyo per il 42 Nihon Kobudo Enbu Taikai insieme ai Chuden Barbara e Luca.
1 - Ha tenuto conto di quante volte è stato in Giappone dal suo primo viaggio nel 1983? Cosa la spinge a tornare?
Ormai penso che in questi quasi 40 anni di appartenenza all’ Hontai Yoshin Ryu ho visitato il So Honbu Dojo di Nishinomiya almeno 35/36 volte, quello che mi spinge a tornare ogni volta è la certezza che tornerò a casa con qualche errore in meno e qualche certezza in più sulla strada dell’apprendimento che so non avrà mai fine.
Da quella prima volta in cui il 18° Soke mi ha onorato del fatto di darmi qualche insegnamento nel suo Dojo personale all’ultimo piano della sua casa dove mi aspettava alle 5 del mattino ho la visione che porterò nelle mie tasche ogni volta un po più di saggezza, un pò più di comprensione, e un po più di amore per questa Famiglia che mi ha permesso di addentrarmi nei recessi della sua Scuola.
Mi ricordo la prima volta quanto ero teso ed emozionato dal fatto di essere alla presenza del 17° Soke Minaki Saburo ma allora, ancora non avevo capito quale importante parte della mia vita potesse essere condividere il cammino con i suoi eredi 18° Soke Inoue Tsuyoshi, e attualmente con il 19° Inoue Kyoichi, e ogni volta che mi accingo a prenotare un volo per il Giappone sono conscio della alta responsabilità che mi sono assunto, pur con le mie limitatezze, nel portare il mio modesto aiuto e contributo alla crescita della Scuola e forse questo è il motivo che mi spinge ancora a ritornare e ritornare.
2 - Si sente ancora uno studente? Continua ad imparare cose nuove o sta “soltanto” affinando cose imparate negli anni?
Certo che mi sento ancora uno studente, non potrei trovare ancora stimoli se non mi sentissi ancora tale, cose da affinare e da imparare ce ne sono sempre tantissime e se non hai questo desiderio di migliorare sempre ogni movimento e di farlo sempre più tuo, probabilmente non hai capito la filosofia insita nella Scuola e nello spirito delle Koryu.
Un’altra cosa che vorrei dire é che sempre hai bisogno di una guida e che a volte ti diventano chiare cose guardando un bimbo muoversi nella sua naturalezza o un vecchio che ha adattato le sue azioni al corpo che non è più giovane.
3 - Che differenza c’è tra il modo di insegnare Giapponese e quello occidentale?
In Giappone il modo di insegnare ricalca quello che si fa con i bambini, la ripetizione, è per questo che nelle Koryu esistono i Kata che ti servono esattamente a ripetere le azioni, le posizioni e le reazioni centinaia e centinaia di volte e questo fa si che il corpo impari quelle posizioni e quei movimenti che poi ti verranno naturali nel tempo.
Purtroppo questo non è propriamente stimolante per gli occidentali che hanno bisogno di varietà e di confronti relegando le Koryu ad avere pochi praticanti rispetto al variegato mondo delle Arti Marziali ma normalmente questi sono praticanti che poi si appassionano e, forse, sono quelli che rimangono più a lungo legati alla Scuola.
Dobbiamo imparare a cercare il confronto dentro di noi e non all’esterno, più facilmente per cultura in occidente cerchiamo le cause di ciò che ci accade al di fuori di noi, in tutti i campi, non solo nelle Arti Marziali, mentre in oriente imparano fin da piccoli che ciò che ti sta intorno è frutto delle cause che tu hai messo, pertanto la ricerca delle soluzioni parte sempre da te.
4 - In uno dei primissimi viaggi Lei è stato il primo occidentale ad essere ammesso com membro del Budokan. Cosa è cambiato in Lei ad oggi?
Si è vero, non c’erano occidentali quando per la prima volta ho avuto l’onore di partecipare con la Scuola ad un Embukai al Nihon Budokan, mi ricordo perfettamente la sensazione di reverenza quando ho messo piede all’interno di quell’edificio ottagonale attorniato da decine di Capiscuola (Soke) di Arti che arrivavano dal medio evo e oltre, e il rimbombo dentro il mio corpo del primo colpo di Taiko che ha fatto tremare, questa era l’impressione, tutto l’edificio e che ha dato l’inizio alla dimostrazione, mi sembra di ricordare fosse la 17.ma.
Ora ho partecipato alla 42.ma, e l’impressione iniziale è stata esattamente come quella di tanti anni fa, onorato ed emozionato del fatto di avere questa volta con me i miei due figli avanguardia per il 2021 quando ci saranno anche i miei Studenti più anziani, ragazzi che erano bimbi quando li ho incontrati e che ora sono l’ossatura della nostra scuola in Italia.
5 - Questa volta ad essere ammessi come membri del Budokan sono stati i suoi figli, Barbara e Luca, Chuden della Scuola. Cosa ha provato?
Fino ad ora ero il solo membro occidentale dell’Hontai Yoshin Ryu del Nihon Budokan ora anche Luca e Barbara hanno il distintivo e sono diventati membri del Budokan, insieme agli amici del Belgio e nel prossimo futuro altri otterranno questo riconoscimento, segno questo che piano piano non solo il Paese del Sol Levante, che è stato isolato per moltissimi anni, sarà padrone dello spirito dei Samurai, ma anche al di fuori questo spirito farà parte della vita di molti praticanti.
Come ho detto prima è stata un’emozione avere con me Barbara e Luca, emozione che si rinnoverà nel 20121 quando altri lo diventeranno
6 - Cosa si porta a casa da questo viaggio?
Mi riporto a casa ancora una volta la determinazione di rimanere sempre uno studente ad essere un supporto leale e appassionato dell’Hontai Yoshin Ryu tale e quale come la promessa che ho fatto nel lontano 1983 al 18° Soke , conscio questa volta che non sono solo ma che grazie alla passione, ai sacrifici, alle notti perse ci sono decine di studenti che con passione e lealtà amplificheranno quello che è stato fino ad ora il mio contributo alla crescita della scuola.
7 - Maestro nel vedere l’impegno che ancora oggi mette in ciò che fa, viene in mente una sola parola: Passione. Viaggi in Europa ed in Giappone e spostamenti in tutta Italia per Stage e corsi dove non si risparmia mai. Dove trova le energie e la passione per continuare a spostarsi, studiare e salire sul tatami ed insegnare?
Grazie per questa domanda, mi dà l’opportunità di farti conoscere un pò più di me stesso, ci sono 3 cose importanti per me, in primis la Famiglia che comprende la mia, i miei Allievi, i miei Amici, la Salute e la Libertà:
- La Famiglia l’ho costruita e a parte il naturale periodo di rodaggio, quando stai imparando le responsabilità nuove che hai quando la formi, credo di aver sempre cercato di dare un buon contributo al mantenimento di una buona armonia, sono soddisfatto di quello che ho costruito e sono arci sicuro che quello che ho seminato è cresciuto in maniera corretta, perché come mi ha insegnato un mio Mentore, durante il periodo di crescita ho tolte le erbacce, ho difeso la terra dagli uccelli che ti mangiano ciò che hai seminato, ho coperto le pianticelle durante i temporali, le ho scaldate durante gli inverni sapendo che sarebbe sopraggiunta la primavera
- La Salute, conscio che se non ce l’hai, non solo stai male tu, ma fai star male chi ti sta intorno ho imparato a curarla circa 35 anni fa fumando l’ultima sigaretta, come sai quando sei giovane non ci pensi perché hai l’energia della gioventù e ti sembra di essere invincibile, poi ho iniziato con tutta la Famiglia intesa come moglie e figli, a nutrirmi in maniera cosciente, evitando gli eccessi, curando l’alimentazione e lo stile di vita e a qualche conseguenza dovuta agli anni di pratica oggi mi sento meglio che 25 anni fa. La sfida è pensare alla salute quando c’è e non nel momento in cui la perdi, prevenire è meglio che curare.
- La Libertà, anche per questa ho lavorato sodo, mi ricordo che ho sempre cercato di costruire tempo libero per le mie passioni, organizzando al meglio il tempo che mi rimaneva fuori dal lavoro, ma il tempo dedicato a costruire la libertà di qualcun altro (il lavoro da dipendente) mi stava sempre stretto e dopo vari tentativi ho trovato il lavoro che mi ha consentito di fare molti viaggi, oltre ai circa 35 in Giappone, di dedicarmi a tempo quasi pieno alla mia passione ed ora grazie a quel lavoro iniziato più di 25 anni fa, posso dire di aver conquistato la mia Libertà, potrei vivere dove voglio, fare ciò che voglio, incontrare chi voglio ecc.
Questo è ciò che oggi mi permette ancora di trovare le energie per spostarmi, insegnare e sopratutto studiare, grazie per il tempo che mi hai dedicato.
Grazie al Maestro per essersi aperto con tutti Noi.
Se volete lasciate un vostro commento o altre domande che potremmo mettere assieme per una prossima intervista.
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9 set, 2020,
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